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Scuola "Positano": Architettura razionalista

Terza serata, quella del 27, per “Settembre in Santa Chiara”, il ciclo di conversazioni storiche organizzato dal Centro culturale “Giuseppe Albanese”, dal Comune di Noci e dalla Biblioteca comunale “Mons. Amatulli”. Protagonista della serata la monumentale scuola "Positano", che ha da poco festeggiato i suoi primi 70 anni ma la qual storia, come spiegato con maestria dall'architetto Walter Putignano, ha radici ancor più vetuste.

Ad introdurre la serata Giuseppe Basile (direttore della biblioteca comunale "Mons. Amatulli"), e José Mottola (presidente del Centro culturale “Albanese”). Secondo Mottola negli ultimi anni c'è un estremo disprezzo nei confronti della cultura, perché segno, per molti, di superiorità; è vitale, invece, il lavoro di ricerca degli studiosi di storia, affinché, attraverso lo studio del passato si possa "Capire meglio il presente che stiamo vivendo, che significa proteggere il nostro futuro".

La parola poi è passata all'architetto Walter Putignano che ha focalizzato l'attenzione sul tema della serata: “L’edificio. I 70 anni della scuola elementare Positano”. Si comincia a parlare dell'edificio sin dai primi anni del 1900, partendo dai problemi di progettazione avuti tra il 1909 e il 1914 dovuti principalmente anche alle numerose battaglie politiche di quel periodo. L'incarico della progettazione viene passato successivamente dall'ing. Vittorio Chiaia e al prof. Luigi Santarella (che si è occupato successivamente della progettazione del "Teatro Margherita" di Bari e della scuola "Garibaldi" ad Altamura). Il progetto di Santarella voleva un grandissimo edificio, e prevedeva ben 13 aule per maschi, al piano rialzato, e 13 per femmine, al primo piano. Il progetto, però, non fu approvato perché "grandioso e non adatto ad un Comune di 12.800 abitanti", nonostante le diverse lotte dello stesso Santarella. Infine i lavori vengono affidati a Francesco Pavone, Giuseppe Bisantis e Angelo Sansonetti, con un lavoro molto lungo e molteplici varianti in corso d'opera svoltesi tra le tre perizie. Curioso è anche il fatto che tutti i più bravi scalpellini di Noci abbiano, in qualche modo, collaborato ad uno dei più grandi e nostalgici edifici della nostra cittadina. Dopo aver utilizzato l'edificio nei modi più disparati (è stato anche Ospedale e Convalescenziario militare), il sindaco Antonio Ricco riuscì a riportare i bambini nella scuola alla fine del 1949. Grandiosa l'architettura dell'edificio, un'architettura tipicamente razionalista che rende il complesso quasi una "scuola caserma". Sconosciuto ai più anche il peculiare sistema di cambio d'aria, che collega dei piccoli buchi all'interno di ogni aula (per la maggior parte posizionati sul soffitto o in basso) a dei piccoli forellini all'esterno dell'edificio.

Sarà la quarta serata, in programma per giovedì 4 ottobre, a chiudere questa edizione di "Settembre in Santa Chiara" con “Cinquant’anni di NOCI gazzettino: protagonisti, testimonianze, aneddoti”, una conversazione interamente dedicata alla storia del mensile più longevo della storia di Noci e non solo.

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